I NUOVI ORARI DELLA PALESTRA POPOLARE
07/11/15
PUGNI E LIBERTA'
DUE GIORNI DI BOXE POPOLARE A MILANO
Il 7 e l'8 novembre 20125 due giorni di boxe popolare a Milano, ospitati da Macao e organizzati dalle palestre Popolare Torricelli, Popolare Baraonda, Antifa Bull's Boxe, Liabeuf BKK e Pianoterra.
Qui il programma completo
Domenica 8 novembre: presentazione del libro "Pugni e Socialismo" e proiezione del documentario "10" dell'Antifa Boxe di Torino, dibattito sullo sport popolare.
28/10/15
CENA DI COMPLEANNO DELLA
PALESTRA POPOLARE ANTIFABOXE TORINO
Ecco il menù , disponibile anche in versione vegetariana (segnalarlo al momento della prenotazione):
antipastino di crostini e creme di olive, pom secchi, carciofi
risotto speck e zucca oppure risotto alla zucca
spezzatino di carne e salsiccia con patate oppure scaloppine di seitan al limone e verdura di stagione
tiramisù
Per info e prenotazioni scriveteci direttamente sulla pagina dell' evento facebook, oppure inviate una mail all'indirizzo antifaboxe@yahoo.it ..vi aspettiamo!
14/10/15
ANTIFA BOXE TORINO
DOCUMENTO
DI DISCUSSIONE PER LA RIUNIONE NAZIONALE DEL 24 OTTOBRE
Nel corso degli
ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita delle esperienze delle palestre
popolari in tutta Italia, ma anche a livello internazionale. Questa constatazione
ha spinto noi e altre realtà a cercare una collaborazione e un coordinamento
sempre più stretti che effettivamente, nell'ultimo paio di anni almeno, hanno
reso possibile l'organizzazione di serate, incontri, iniziative sportive e
anche più marcatamente politiche (gli spezzoni al decennale di Dax a Milano, o
quello al corteo nazionale no tav di qualche anno fa).
Nella riunione
che abbiamo tenuto a giugno presso l'Askatasuna è emersa la volontà di rendere
ancora più strutturata questa collaborazione, andando oltre la mailing list o i
contatti più o meno informali, per costruire un percorso sportivo e politico
condiviso, capace di sommare forze ed esperienze e, si spera, di rendere così
ancora più incisiva la presenza delle palestre popolari e autogestite nei
territori.
Muovendo da
queste premesse riteniamo di poter avanzare alcune proposte, che prendono in
considerazione contenuti, forme organizzative e obiettivi.
ANTIFASCISMO
Sulla base della
nostra esperienza riteniamo che in termini di contenuti sia essenziale ribadire
e sottolineare con forza l'identità antifscista delle nostre palestre,
facendone un discrimine netto. L'antifascismo va secondo noi inteso in un senso
ampio: contrapposizione a tutte le ideologie, i discorsi e le pratiche
autoritarie e discriminatorie; sottrazione di spazi di agibilità, visibilità e
parola a tutti coloro che di quei discorsi e di quelle pratiche si fanno
portatori; rifiuto esplicito delle relazioni capitalistiche all'interno dei
nostri ambiti; proposizione di un metodo organizzativo fondato sulla
cooperazione e l'orizzontalità.
Abbiamo sempre
sostenuto che la palestra, oltre e più di un luogo in cui si pratica sport,
dovrebbe essere un vettore di discorsi e pratiche che hanno anche l'obiettivo
di avvicinare chi la frequenta a determinati ambienti e proposte politiche.
Riteniamo che oggi, a fronte dell'emergere nel tessuto sociale di sempre più
chiari rigurgiti razzisti e xenofobi, e dell'accreditarsi politico di forze
apertamente fasciste, sottolineare con forza queste tematiche diventi ancora
più fondamentale.
Come
coordinamento dovremmo dunque essere in grado di intervenire, in maniera
unitaria o coordinata, in quei contesti e in quelle iniziative nei quali il
tema dell'antifascismo è chiaro e centrale. Non abbiamo l'ambizione di vederci
come un soggetto capace di costruire iniziative nazionali in questo senso e,
fermo restando che ogni palestra, sul proprio territorio, si muove nei modi che
ritiene più idonei, attraverso il coordinamento potrebbero essere però più facilmente
replicate situazioni come quelle ricordate in apertura, nelle quali uno
spezzone nazionale ha reso visibile l'esperienza delle palestre autogestite,
mostrandone anche chiaramente il posizionamento politico.
AUTOGESTIONE
Per quanto
riguarda le forme organizzative pensiamo che il tema centrale debba essere
quello dell'autogestione, tanto a livello di singole palestre, quanto a livello
di coordinamento. Secondo noi, e per i motivi ricordati prima, è fondamentale
fare della palestra uno strumento di partecipazione e di attivazione in prima
persona di tutti coloro che la attraversano. Il rifiuto di qualsiasi forma di
relazione “commerciale” è la chiave della nostra esperienza e l'elemento in
ultima istanza discriminante. Su questi temi, nel corso degli anni, ci sono
state discussioni talvolta anche proficue tra differenti palestre: una delle
questioni centrali è sempre stata quella della “professionalizzazione” delle
palestre popolari. Abbiamo spesso sentito dire che è un'esigenza delle palestre
popolari quelle di “accreditarsi” sportivamente attraverso la iscrizione alla
federazione pugilistica, per rendere credibile la propria proposta sportiva e
sociale non lasciando nelle mani delle sole palestre commerciali (e spesso
infestate di personaggi come minimo ambigui) la possibilità di “far crescere”
giovani atleti avviandoli al professionismo.
Abbiamo sempre
rispettato la scelta di chi ha voluto muoversi in questa direzione e, per parte
nostra, abbiamo sempre sollecitato le compagne e i compagni che hanno intrapreso
questa via a “riportare” nella nostra palestra le esperienze e le capacità
apprese altrove. Tuttavia pensiamo che la nostra realtà debba porsi al di fuori
degli ambiti ufficiali. Non diciamo questo con l'idea di proteggere una qualche
purezza ideologica o morale, ma semplicemente perché pensiamo che il nostro
compito sia produrre alternativa, non compatibilità; rifiuto del mercato, non
creazione di nicchie al suo interno; autodeterminazione e autonomia, non
accettazione di tempi e modi organizzativi imposti. Quanto al destino di coloro
che, per talento e impegno, potrebbero avere “un futuro” nello sport, pensiamo
che sia fondamentale ragionare politicamente: preferiamo una palestra
autogestita e antifascista in ogni quartiere, piuttosto che uno o due campioni
che, con tutto il nostro sostegno e rispetto, possono calcare una effimera
ribalta.
Una seconda
questione che spesso ci ha tenuti impegnati nelle varie riunioni è stata quella
relativa alla sicurezza. Anche in questo caso, dopo aver discusso e sentito
proposte e soluzioni di altre realtà, crediamo tuttavia che l'unica via
praticabile sia l'autogestione. Nelle varie serate abbiamo avuto modo di darci
delle regole di sicurezza condivise, di avere strumenti e mezzi di primo
soccorso, di portare sul ring atleti con l'obiettivo e le capacità di mostrare
un buon livello tecnico e non una furia assassina. Non riteniamo che ci possano
essere altre precauzioni: le assicurazioni non prevengono gli intoppi, così
come l'ala di federazioni e burocrazie varie non garantisce nessun rispetto
particolare per gli atleti. In un libro recente scritto da compagni bolognesi
sulla boxe a Cuba i ct cubani affrontano lo stesso problema dando le stesse
nostre risposte: il rispetto dell'atleta e dell'avversario, la ricerca della
qualità tecnica sono le migliori garanzie contro tragici infortuni.
Ribadiamo dunque
che non si tratta qui di una pregiudiziale ideologica, ma di una diversa
valutazione di mezzi e fini. Partendo dalle premesse di cui sopra pensiamo che
la forma dell'autogestione sia fondamentale per la costruzione e la
partecipazione al coordinamento.
RIUNIONE NAZIONALE
Quanto detto fin
qui non ci fa dimenticare che la nostra pratica quotidiana è quella sportiva e
che l'esigenza del coordinamento si è fatta sentire, negli anni, soprattutto
per poter organizzare un circuito sportivo autogestito. Se negli ultimi anni
abbiamo assistito con piacere al proliferare di iniziative territoriali,
pensiamo che il coordinamento dovrebbe tentare di muovere un passo ulteriore, verso
la costruzione di una grande iniziativa nazionale.
Questo dovrebbe
essere l'obiettivo sul quale misurare la forza del coordinamento: una grande
riunione sportiva all'inizio dell'estate 2016, pensata come iniziativa del
coordinamento e non della palestra della città ospite. Si tratterebbe di unire
le forze per arrivare a dare vita ad un grande evento sportivo (anche di più di
un giorno) nel quale lo sport popolare mostri le sue caratteristiche di
accessibilità, di solidarietà e inclusività (allenamenti aperti, dimostrazioni,
workshop eccetera), ma anche la sua capacità di praticare sport di buon livello
(incontri, partite, contest eccetera). Le iniziative cittadine (magari con
organizzazioni più snelle) diventerebbero allora tappe di avvicinamento (e autofinanziamento)
in vista di una grande riunione nazionale.
Ci vediamo a Bologna il 24
ottobre
17/09/15
#MAICONSALVINI
DONATO ESCE DAL CARCERE
IN TRE RESTANO AI DOMICILIARI
(da infoaut.org)
E' arrivato questa mattina l'esito del Tribunale del Riesame per i 6 antirazzisti/e arrestati due settimane fa nell'ambito di un'operazione sul corteo #MaiConSalvini che si era svolto a Torino alla fine di marzo.
Per quattro di loro il GIP aveva stabilito da subito gli arresti domiciliari, mentre per altri due compagni, Cecca e Donato, era stata decisa la detenzione nel carcere torinese delle Vallette. Dopo l'udienza di convalida, ad oggi Donato rimaneva l'unico ancora detenuto in carcere.
L'esito del Tribunale del Riesame che due giorni fa ha rivisto la posizione dei 6 compagni/e porta oggi buone notizie: questo pomeriggio Donato potrà finalmente lasciare le Vallette, mentre escono dai domiciliari anche Nicola e Mattia. Per tutti e tre la misura verrà tramutata in obbligo di firma. Restano invece purtroppo per ora agli arresti domiciliari Cecca, Luca e Damiano; per loro, però, cade il divieto di comunicazione con l'esterno.
Continuando a rivendicare la completa libertà di tutti e tutte, accogliamo con gioia la notizia di un pezzo di libertà riconquistato: #MaiConSalvini, Torino non si lega! Libertà per gli/le antirazzisti/e!
16/09/15
SOLIDARIETÀ A DONATO DALLA PALESTRA POPOLARE ANTIFABOXE
L'ANTIRAZZISMO NON SI ARRESTA!
Il nostro amico e compagno Donato si trova ancora in carcere, a giorni dalle misure cautelari messe in atto dopo la manifestazione a Torino contro Salvini.
Le contestazioni al leader razzista nel corso della primavera furono molte, in alcune città Salvini non riuscì a raggiungere il luogo del comizio; a Torino, a marzo, la manifestazione “Mai con Salvni” si scontrò con cariche e lacrimogeni da parte della polizia che portarono all'arresto di un compagno. Mesi dopo, altri cinque compagn* hanno dovuto subire misure cautelari e restrittive. Di questi, ad oggi, solo Donato resta in carcere, alle Vallette.
La manifestazione di Torino, come quelle nelle altre città, voleva essere una risposta solidale a questioni concrete legate alla condizione di chi raggiunge questa terra da territori dissestati da guerre e morte; una risposta alle politiche di separazione promosse dalla Lega Nord.
Matteo Salvini è promulgatore di politiche apertamente fasciste, razziste, di separazione, di violenza verso lo straniero. È l'uomo delle “soluzioni finali”, come le ruspe contro ogni forma di realtà a lui sgradita (i campi nomadi, i centri sociali...) ed è accompagnato dagli sgherri di Casapound, entità di stampo apertamente fascista che grazie a lui ha potuto gloriarsi di giorni di visibilità mediatica e per le strade; è un rappresentante eccelso di coloro che speculano politicamente sulle insicurezze causate da crisi e precarietà.
Occorre chiudere spazi di visibilità e agibilità politica a soggetti come questi: lo sa chi resiste opponendosi a un disegno o una proposta politica inaccettabile, facendo un lavoro politico sempre necessario a costruire una coscienza e una cultura antirazzista, concentrandosi su obiettivi concreti, come la fame, il bisogno di casa, la disoccupazione, la questione dell'accoglienza relativa agli innumerevoli migranti provenienti da territori colpiti da guerre e conflitti.
Donato questo lo sa. È un nostro compagno in palestra come fuori, si dà nelle lotte sociali, in quelle per la casa, in quella NoTav. É antirazzista e antifascista. Per questo deve stare fuori dal carcere, in mezzo a noi e vogliamo che esca al più presto!
DONATO LIBERO SUBITO!
COMPLICI E SOLIDALI
PALESTRA POPOLARE AUTOGESTITA
ANTIFABOXE TORINO
SEMPRE SU LO SGUARDO!
05/09/15
#MAICONSALVINI
CECCA, DONATO, NICOLA, LUCA, DAMIANO, MATTIA
LIBER* SUBITO!
Mentre proprio in questi giorni il dibattito tra i governi europei si divide tra il razzismo esplicito di alcuni e le offerte di "accoglienza" opportuniste di altri, a Torino vengono colpiti quanti in questi mesi si sono opposti con determinazione nel togliere spazio e visibilità a quei politicanti che, come Matteo Salvini, si sono costruiti immagine e carriera grazie a retoriche securitarie e razziste.Lega Ladrona, Torino non perdona!
Cecca, Donato, Mattia, Damiano, Luca e Nicola liberi subito!
Tutti liberi, tutte libere!
https://www.facebook.com/events/421792304687146/
Cessiamo di essere spettatori. Gli arrestati di Torino, e tutti quelli che scelgono di affrontare politicamente questa situazione inaccettabile, non hanno cessato di esserlo due giorni fa, di fronte alla foto dell'ennesimo migrante assassinato dalle nostre leggi; hanno scelto di essere protagonisti contro quelle leggi e contro gli interessi che le costituiscono, né questi arresti produrranno in loro ripensamenti.
Scendere in piazza per la loro immediata liberazione vuol dire ribadire che non siamo spettatori di ciò che accade, ma scegliamo da che parte stare, proprio come loro. I migranti che in queste ore affrontano il mare o la polizia devono sapere di poter contare non su una "opinione pubblica" solidale, ma su persone pronte a battersi e a lottare con loro.
Si deve essere partigiani.
Liber* subito! #MaiConSalvini #RefugeesWelcome
04/06/15
13 GIUGNO 2015
CSOA ASKATASUNA, TORINO
7ª RIUNIONE DELLE PALESTRE POPOLARI AUTOGESTITE
Programma della giornata:
h 14 peso e sparring atleti
h 15 allenamento collettivo APERTO A TUTTI/E
h 17 ASSEMBLEA delle palestre POPOLARI
h 19.30 cena degli atleti / grigliata per il pubblico
h 22 OPEN E INIZIO INCONTRI ED ESIBIZIONI DI MUAY THAI
banchetti informativi, scommesse, musica tutta la notte
h 15 allenamento collettivo APERTO A TUTTI/E
h 17 ASSEMBLEA delle palestre POPOLARI
h 19.30 cena degli atleti / grigliata per il pubblico
h 22 OPEN E INIZIO INCONTRI ED ESIBIZIONI DI MUAY THAI
banchetti informativi, scommesse, musica tutta la notte
Per partecipare, comunicare i pesi e l'esperienza degli atleti alla mail: antifaboxe@yahoo.it
SALONICA 2015
Il torneo antifascista è stato organizzato per il secondo anno consecutivo nella città di Thessaloniki con l'obiettivo di combattere secondo la disciplina d'arte marziale che amiamo e nel nostro modo di intenderla.
La competizione in cui noi crediamo si lega indissolubilmente all'autorganizzazione, non contempla gerarchie, si trova fuori dalle logiche di vincitori e vinti, è lontana dai vincoli del profitto e dello spettacolo e quindi si propone come prima forma di lotta al razzismo, al sessismo e all'omofobia.
L'intenzione ultima è quella di tenere i fascisti fuori dalle palestre, dalle strade, dai cortili e dalle piazze.
Venerdi 5/6
Piazza cule cafe,ano poli (in caso di maltempo-scuola politecnica ap8)
18:00 dibattito:
L'antifascismo militante per le strade e nelle piazze delle metropoli europee con la partecipazione dei compagni e delle compagne dello spazio occupato antifascista e antiautoritario Distomo, della revolutionara Fronten (Svezia) e il laboratorio occupato crash!(italia)
Sabbato 6/6 (katsanio stadium )
10:00 Meeting degli atleti
Pesatura, Formazione delle coppie, strutturazione degli incontri,preparazione
11:00 Inizio degli incontri
Boxing,kickboxing,muay thai…..
16:00 Seminario di BJJ
Dimostrazione delle tecniche di autodifesa con Anna Kavoura e Samuel Krvavac
17:30 Proseguimento degli incontri
Domenica 7/6 (katsanio stadium)
10:00 Meeting degli atleti
Pesatura, Formazione delle coppie, strutturazione degli incontri,preparazione
11:00 Inizio degli incontri
Boxing,kickboxing,muay thai…..
16:00 seminario di mma
Approccio di combattimento con Oriol Gaset
17:30 Proseguimento degli incontri
12/05/15
ANTIFA BOXE 2015 CAPITALE EUROPEA
DELLO SPORT AUTOGESTITO
La Palestra Popolare Antifa Boxe Torino
organizza e invita a prendere parte all'annuale giornata di sport popolare, che
si terrà sabato 13 giugno 2015 nel Centro Sociale Askatasuna di Torino, durante
la quale è prevista un'assemblea tra palestre popolari e una serata di incontri
di pugilato. Un'occasione per confrontarsi e per condividere varie esperienze
nel nome dei valori che da sempre hanno accomunato chi pratica, diffonde e
difende lo sport popolare autogestito.
In una Torino che si vuole trasformare sempre
più in città vetrina attraverso politiche di riqualificazione-speculazione e
attraverso la costruzione di grandi eventi che mirano a recuperare una
credibilità letta in termini di prestigio e di sviluppo economico, la serata di
quest'anno vuole richiamare l'attenzione sulla volontà dell'amministrazione
comunale torinese di porre lo sport al centro del proprio investimento, con
Torino Capitale Europea dello Sport 2015. Un tentativo da una parte per
acquistare un merito e una reputazione ricca di ipocrisia, dall'altra per trarne
giovamento da un punto di vista finanziario, alla disperata ricerca di
rimpolpare le casse indebitate attraverso un sistema fatto di un'intricatissima
rete di rapporti economici, politici e personali tra grandi banche, fondazioni,
ex-dirigenti di Pci-Ds-Pd e Fiat.
Questa è la Torino che oggigiorno si presenta
davanti ai nostri occhi: una facciata pulita e dal volto fintamente nuovo che
cerca di nascondere sotto il tappeto la precarietà e l'impoverimento di ampie
fasce di popolazione. Un sistema che tenta oltremodo di riparare agli effetti
collaterali della malagestione e di una crisi endemica, attraverso la riduzione
progressiva di servizi e welfare. Più che capitale dello sport, Torino si
riconferma capitale degli sfratti, dei disservizi, della precarietà e del
debito.
Attraverso questo grande evento,
l'amministrazione comunale si fa paladina di grandi valori sportivi, rivelando
così il proprio autentico carattere truffaldino. Lo dicono chiaramente le
parole propagandistiche che ci parlano di aggregazione e inclusione sociale ma
al contempo di un obiettivo mirato ad
attrarre grandi eventi sportivi e gare di livello nazionale ed internazionale
per trasformarli in occasioni di rendita economica diffusa sul territorio. Non
ci serve andare troppo in là con il tempo per capire cosa invece ci hanno
lasciato i grandi eventi sportivi nel tempo. Basti pensare alle Olimpiadi del
2006, che ci hanno "donato", tra le altre cose, zone cementificate e
devastate dalla costruzione di edifici ora completamente abbandonati e che
continuano a rappresentare un vero e proprio scempio nonché uno schiaffo in
faccia alla dignità dei cittadini e delle cittadine.
Ben poco di sociale quindi se non una
ricaduta in negativo che questi eventi hanno sulla popolazione torinese.
Dal canto nostro, di fronte all'evento
organizzato quest'anno dall'amministrazione comunale, continuiamo a rispondere
con decisione andando a ribadire quali sono invece i reali valori che dovrebbe
avere lo sport, inteso non solo dal punto di vista atletico ma anche come
aggregazione, scambio e confronto. Un modo di fare attività sportiva che
preveda quindi il rispetto dell'avversario, il rifiuto degli atteggiamenti
sessisti, la condivisione piuttosto che la competizione e che sia accessibile a
tutti e tutte. Aspetti su cui da anni si fondano le palestre popolari
autogestite.
Invitiamo tutte le palestre a comunicarci la loro eventuale
partecipazione, sottolineando numero, peso, sesso e livello di esperienza delle
atlete e degli atleti che vogliono salire sul ring. Chiediamo che gli aspetti
relativi alla sicurezza e all'incolumità siano curati con scrupolo: ogni atleta
dovrà indossare caschetto, paradenti e conchiglia/paraseno. Inoltre, la nostra
palestra ha scelto di sottoporre le atlete e gli atleti che combatteranno ad
una visita sportiva agonistica: riteniamo sia una precauzione necessaria per
ogni atleta che salirà sul ring. Chiediamo infine agli allenatori e ai maestri
che la preparazione in vista degli incontri sia finalizzata a valorizzare le
qualità tecniche piuttosto che quelle strettamente agonistiche.
Palestra popolare
autogestita
Antifa Boxe Torino
18/04/15
PARTIGIANI IN OGNI QUARTIERE
INVITO ALLA PASSEGGIATA ANTIFASCISTA VERSO I MONUMENTI DI PARTIGIANI E PARTIGIANE NEL QUARTIERE S.SALVARIO
Il 24 aprile, le palestre popolari antifasciste
di Torino sono in piazza per ricordare i valori della Resistenza e
dell'antifascismo e le persone che, in nome di questi valori, hanno combattuto
e sacrificato le loro vite. Chi in questi luoghi (segnati dalle lapidi) è stato
trucidato, ha brutalmente perso la vita perché si opponeva ad un'esistenza
legata alla rassegnazione e alla sudditanza ad un regime feroce, violento e
xenofobo.
A 70 anni dalla liberazione l'Italia oggi è un
paese in cui il fascismo e l’idea fascista stanno a galla nel fango prodotto da
partiti come quello di Salvini, che mira a fare dell’immigrato, del profugo,
del povero e dell'emarginato, una minaccia alla “sicurezza delle famiglie
italiane”, un nemico contro cui scaricare la rabbia e la frustrazione create da
scelte politiche che producono problemi reali come quello abitativo, del
lavoro, della sanità, dell'istruzione, di cui solo loro sono i responsabili.
Ogni tentativo di risolvere questi problemi in maniera autorganizzata e dal basso
viene affrontato con la violenza poliziesca e militare.
Anche un partito di “sinistra” come il PD di
Renzi e Chiamparino (servo e sponda politica di Intesa San Paolo) si fa
portatore di un progetto sociale, nazionale e continentale che, dietro alla retorica
delle democrazia, della crescita economica, del decoro cittadino, produce
malessere, povertà e disuguaglianza.
Tutto ciò è il principale obiettivo contro il quale un pensiero ed una
pratica antifascisti devono essere mobilitati: non esistono uguaglianza e
dignità delle persone laddove dominano l'ingiustizia e la ricerca di profitto
ad ogni costo. Il fascismo, anche nelle sue forme storiche più violente, non è
mai stato separato da progetti sociali di questo tipo, né è mai stato
antagonista del capitalismo, soprattutto in una fase di crisi.
Per questi motivi riteniamo che oggi sia
importante essere qui, in questo quartiere: per rendere il giusto onore alla
memoria di chi ha combattuto sacrificando tutto, per non cedere alla retorica
secondo la quale i morti sono tutti uguali, indipendentemente dalle scelte che
hanno compiuto in vita, soprattutto, per gridare la nostra contrapposizione ad
ogni sistema che umilia gli essere umani e fa dell'indifferenza e della
violenza aperta verso buona parte di essi la base del proprio funzionamento.
Nelle
palestre popolari, attraverso la pratica sportiva, come nella vita di tutti i
giorni, portiamo avanti ideali
antifascisti di uguaglianza e libertà.
Ora, come settant'anni fa, per noi la
Resistenza continua.
Invitiamo tutti
e tutte a partecipare alla passeggiata antifascista verso le lapidi di
partigiani e partigiane nel quartiere di San Salvario, con ritrovo in Piazza
DeAmicis alle 17.30.
Palestre
Popolari Antifasciste Torino
Antifa Boxe Torino, Palestra Dante di Nanni, Palestra Clandestina

Antifa Boxe Torino, Palestra Dante di Nanni, Palestra Clandestina


15/04/15
DI NOTTE TORTURATORI
DI GIORNO DIRIGENTI SPORTIVI
ALCUNE RIFLESSIONI IN MARGINE ALLE POLEMICHE DI QUESTI ULTIMI GIORNI SULLE TORTURE ALLA SCUOLA DIAZ NEL 2001
Il 7 aprile la
corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia (ma sarebbe meglio dire:
il governo e la polizia italiani) per il reato di tortura rispetto ai fatti
avvenuti durante la tristemente nota irruzione alla scuola Diaz nei giorni del
G8 di Genova 2001. La condanna metteva anche in evidenza che l'ordinamento
giuridico italiano non prevede il reato di tortura. Il parlamento è subito
corso ai ripari, scrivendo in qualche ora una legge (il cui valore è come
minimo dubbio) che ne mostrerebbe capacità di azione e democraticità.
È tuttavia
passato poco tempo prima che iniziassero a fioccare dichiarazioni di tutti i
tipi: la difesa accanita di De Gennaro o le orride dichiarazioni di Sabella
(supervisore dei torturatori e delle torturatrici della caserma di Bolzaneto) –
purtroppo riprese anche da siti di movimento – secondo le quali dietro a Genova
ci sarebbe stata una regia politica (ma di nomi manco l'ombra, mentre Fini e
altri grandi protagonisti dell'epoca si sfilano tramite interviste ai maggiori
quotidiani) che avrebbe sì voluto il morto, ma dalla parte dei poliziotti, in
modo da criminalizzare la piazza. È più che evidente, ai nostri occhi almeno,
come simili dichiarazioni non spieghino nulla di quelle giornate, ma servano
solo a creare confusione, a rendere i morti ammazzati veri e quelli che
avrebbero dovuto essere (ma, come sempre, non sono stati) sullo stesso piano,
vittime di una regia diabolica, oscura e opaca, che rende tutti vittime e che
dunque cancella ogni responsabilità. Ci appare sin troppo evidente come un
simile modo di “ricostruire” avvenimenti storici si sposi perfettamente con la
forma “storiografica” ormai dominante, secondo la quale ogni conflitto
socio-politico appartenente al passato viene “ricostruito” attraverso categorie
morali, che permettono una generica condanna della violenza, senza distinguere
chi la esercita, per quale motivo e con quale mandato, senza alcuna volontà di
ricostruire il contesto storico in cui gli avvenimenti hanno avuto luogo.
Insomma una rimozione bella e buona che finisce sempre con il salvare
l'aggressore.
Tuttavia, la più
interessante tra le varie prese di posizione è stata, almeno per noi, quella
rilasciata via Facebook da tal Fabio Tortosa, uno degli 80 sbirri che quella
sera parteciparono al massacro della Diaz. In sostanza Tortosa rivendica quanto
accaduto quella notte e, nel farlo, ottiene una serie di elogi ed encomi sul
suo profilo. Le reazioni dell'establishment sono immediate e tiepide come ci si
poteva aspettare: condanne più o meno chiare, ma soprattutto verifiche da fare,
chiarezza da raggiungere eccetera (e ci chiediamo: che cosa ancora non è chiaro
in questa vicenda?).
Ma cerchiamo di
procedere con ordine: al di là e prima di ogni condanna di qualsivoglia corte,
tutt* noi sapevamo benissimo che a Genova (alla Diaz, a Bolzaneto, per strada)
la polizia (di ogni colore e grado, nessuno escluso) ha torturato, ha
brutalizzato e ha umiliato; così come sappiamo benissimo, prima e al di là di
ogni dichiarazione su Facebook o altrove, che gli sbirri che erano a Genova (ma
quindi tutta la polizia, come corpo compatto e solidale, omertoso e pronto a
coprire qualunque porcata venga commessa dai suoi membri) hanno voluto
picchiare, torturare e umiliare. Hanno avuto mandato politico per gestire
quelle giornate con il terrore, per stroncare con la violenza un movimento
numericamente consistente (sui suoi contenuti, le sue prospettive e i suoi
limiti, bisognerebbe discutere altrove), hanno goduto di una impunità
sostanziale e di una copertura mediatica che, nell'immediato ha semplicemente
mentito fino a quando ha potuto e, in seguito, ha lavorato scientemente per
rovesciare il senso e il significato di ciò che era accaduto spostando la
“colpa” di quelle drammatiche giornate sui “violenti”, il black bloc eccetera.
Tutti questi
discorsi, divenuti purtroppo senso comune, anche all'interno di ambiti di
movimento, su di noi non hanno mai avuto presa: sappiamo cosa è stato Genova
perché eravamo lì, perché alcuni di noi hanno subito le violenze e le torture,
perché non dimentichiamo la violenza cieca degli sbirri, i loro “divertimenti”
nel picchiare gente indifesa, nel costringere le “zecche” a cantare “1,2,3 viva
Pinochet, 4,5,6 a morte gli ebrei” o a sfilare tra di loro (dunque tra calci e
sputi) con il braccio destro teso eccetera. Proprio per questo motivo non ci
stupiamo, né ci indigniamo a fronte di dichiarazioni come quelle di Tortosa,
dei suoi amici e sodali che le apprezzano e approvano pubblicamente, dei
dirigenti che ci tengono a far pervenire il loro personale “mi piace” alle
esternazioni del loro fedele sottoposto. Sappiamo, per esperienza storica e
diretta, quanta vigliaccheria si nasconda dietro alle divise, quanta prepotenza
verso il debole e quanto viscido servilismo verso il potente, chiunque esso
sia. Sappiamo anche che i cani da guardia non si abbattono quando esagerano un
po', ma che anzi talvolta è salutare permettere loro di “sfogarsi”.
Se tutto questo
lo sappiamo, perché allora tornare ancora con la memoria ai fatti di Genova,
alle polemiche di questi ultimi giorni, che nulla cambieranno nella condotta
della polizia, nella loro possibilità di agire ben al di là dei limiti della
legge (ogni giorno, non solo nelle giornate campali come quelle di Genova
2001)?
Perché, da un
lato, l'idea della palestra popolare Antifa boxe nasce proprio in quell'estate
del 2001, dopo i fatti drammatici di Genova, anche come uno strumento per
reagire al terribile colpo che il movimento ha subito, al trauma che quelle
giornate hanno lasciato sulla pelle e nella mente di molte compagne e di molti
compagni, per tentare di rilanciare un discorso di partecipazione e di
socializzazione dal basso, attraverso l'autogestione della pratica sportiva,
che viene così legata ai valori che informano la nostra pratica politica:
l'antifascismo, l'antirazzismo, l'antisessismo. Ma anche perché, leggendo i
quotidiani, veniamo a sapere che Fabio Tortosa, oltre che torturatore in
divisa, è anche dirigente sindacale del Consap,
dirigente della federazione italiana di football americano e vicepresidente
della squadra di football americano Lazio Marines. Insomma un membro più che
rispettabile della comunità, che assomma cariche di vario tipo (e stipendi di
varie entità...) e che svolge anche ruoli istituzionali nell'ambito sportivo.
Non ci stupisce vedere come gente di questo tipo sguazzi tra sindacati neri e
ambienti sportivi istituzionali, nei quali, purtroppo, ideologie fascistoidi e
machiste, trovano abbondante spazio. Ci chiediamo però allora quale tipo di
messaggio soggetti come Tortosa possano trasmettere attraverso la pratica
sportiva. Leggiamo sulla sua pagina Facebook che, dal suo punto di vista (che
si baserebbe su una verità nascosta, alla quale fa riferimento, che
conoscerebbero lui e i suoi “fratelli”, ma che nessuno sa in che cosa consista
veramente) l'irruzione alla Diaz, che rifarebbe 1000 volte, non fu che il tentativo
e la volontà di “contrapporci con forza, con
giovane vigoria, con entusiasmo cameratesco a chi aveva, impunemente,
dichiarato guerra all'Italia”. Ora, al di là della forma e della logica
rozzamente fasciste che trasudano da queste affermazioni, ciò su cui ci preme
soffermarci è il fatto che in questo modo viene descritto un assalto contro
individui (giovani e anziani, donne e uomini) inermi, spesso già addormentati
nei loro sacchi a pelo e la cui unica evidente responsabilità era quella di
aver sfilato per “un altro mondo possibile”, il che, nell'ottica del servo del
potere costituito (ripetiamo: qualunque esso sia), significa dichiarare guerra
all'Italia. 80 uomini, armati, coperti politicamente, addestrati per pestare e
torturare che massacrano decine di persone inermi sono, per Tortosa, immagine
di giovane vigoria e di entusiasmo cameratesco. Non possiamo non chiederci
allora, quale tipo di messaggi e di valori sia propenso a veicolare questo
torturatore fascista negli ambiti sportivi all'interno dei quali ricopre ruoli
prestigiosi e dirigenziali. Non possiamo neppure fare a meno di chiederci,
nella Torino del 2015, capitale dello sport, quanti soggetti, come il celerino
romano, riceveranno visibilità, fondi, pubblicità, strette di mano e attestati
di stima da tutte le istituzioni coinvolte in simili kermesse (dalla regione,
al comune, all'onnipresente San Paolo). Ci chiediamo anche quale senso abbia la
retorica sullo sport come strumento educativo, di partecipazione sociale, di
condivisione quando a tirare le fila di federazioni e club sportivi troviamo
soggetti apertamente fascisti, che fanno del disprezzo dell'altro la base della
propria pratica (sportiva e lavorativa), della volontà di annientamento
(fisico, ma anche, ci si passi il termine, morale) del proprio avversario il
valore attorno al quale costruire la pratica sportiva e l'intera esistenza.
Ci chiediamo tutto ciò retoricamente: le risposte le
conosciamo bene, perché tutti i giorni, sotto i nostri occhi, vediamo gli
effetti della diffusione di una simile cultura che, dall'ultimo sbirro,
passando per scribacchini e “grandi firme” dei maggiori quotidiani, attraverso
giudici e magistrati, fino ai più alti vertici politici, cancella e distorce la
memoria, punisce duramente chi dissente, copre e premia aguzzini e
assassini, facendosi scudo di una
concetto di democrazia che, nella forma, assomiglia sempre di più ad un governo
iper autoritario, in cui ai diktat economico-sociali si accompagnano i
manganelli e le torture come unica forma di “mediazione” tra le parti sociali.
Come palestra popolare autogestita non abbiamo mai ambito
a modificare questo stato di cose, né pensiamo che i rapporti di forza si
modifichino con i semplici ideali o con le condotte esemplari, abbiamo però
sempre tenuto ben fermo il concetto secondo il quale anche nel modo in cui si
fa sport c'è un valore politico. Continuiamo a crederlo oggi ancora di più,
certi e sicuri che la stessa cosa la credano i Tortosa e le centinaia che come
lui si aggirano e prosperano negli ambienti sportivi “ufficiali”. Continuiamo
dunque a credere che il primo risultato che, attraverso la palestra possiamo e
vogliamo ottenere, non sia quello legato alla “carriera” sportiva di questo o
quell'atleta, ma la diffusione di un modo di agire e di pensare che fa
dell'orizzontalità, della condivisione, del rispetto reciproco, della ricerca
ostinata del rovesciamento di tutti i valori del capitalismo e del suo cane da
guardia rabbioso che è stato ed è il fascismo, l'orizzonte all'interno del
quale muoverci e pensarci.
Solidarietà ai picchiati e torturati di Genova
con la
memoria di Carlo negli occhi e nel cuore
Sempre su lo sguardo
Palestra popolare autogestita
Antifa Boxe Torino
Antifa Boxe Torino
10/04/15
FESTA DI ZONA DI PRIMAVERA IN VIA BALBO
Il comitato di quartiere Vanchiglia festeggia l'arrivo della primavera con dieci giorni di eventi per gli abitanti del quartiere. Tra le tante attività, gli allenamenti all'aperto della palestra popolare, merenda e spettacoli per bambini, cineforum, aperitivi e concerti nell'area pedonale di via Balbo.
programma completo qui:
BENVENUTA PALESTRA POPOLARE
ALDO SALVETTI!
In un mondo dove regna la competizione e la prevaricazione, tifiamo chi spinge per lo sport popolare, autogestito e fuori dalle logiche sessiste e razziste.
Il 10 aprile, nel giorno dell'anniversario della Liberazione di Massa, si inaugura la palestra popolare Aldo Salvetti. La Palestra Popolare apre a tutti con un'iniziativa all'insegna dello Sport e della socialità!
Saranno presenti anche i ragazzi della palestra popolare Antifa Boxe, per la proiezione del documentario "10" sui primi dieci anni della palestra popolare.
Benvenuta Palestra Popolare Aldo Salvetti!
Programma completo qui: https://www.facebook.com/events/1461017990855367/
18/03/15
28 MARZO 2015
CENA POPOLARE
BENEFIT SPESE MEDICHE EMILIO
Il 28 marzo la palestra popolare Antifa Boxe invita tutte e tutti a partecipare ad una cena popolare i cui proventi saranno destinati alla famiglia di Emilio, il compagno aggredito a Cremona dai fascisti di casa pound, per aiutarli nel sostenere le spese mediche necessarie.
La cena inizierà alle ore 20.30, al costo di 10€ si avrà diritto a una cena completa, comprensiva di un primo giro di vino.
Si consiglia di prenotare scrivendo alla mail antifaboxe@yahoo.it.
Al termine della cena, concerto punk con: Uguaglianza, the Higgins, Defenders of the Universe.
La cena si svolgerà presso il CSOA Askatasuna di Torino, in Corso Regina Margherita 47.
SEMPRE SU LO SGUARDO
PALESTRA POPOLARE AUTOGESTITA
ANTIFA BOXE TORINO
PALESTRA POPOLARE AUTOGESTITA
ANTIFA BOXE TORINO
19/01/15
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antifascismo,
comunicati
SOLIDARIETA’ AL CSA DORDONI E A EMILIO DALLA PALESTRA POPOLARE ANTIFA BOXE - TORINO
CONTRO OGNI FASCISMO, MAI UN PASSO INDIETRO!
Ciò che è successo ieri sera a Cremona è gravissimo.
I compagn* del csa Dordoni hanno subito un fortissimo attacco da parte di un folto gruppo di fascisti di Casapound, vicini all’ambiente dello stadio e presenti in città per il derby, provenienti anche da altre città, come Parma e Brescia.
L’aggressione al Dordoni è chiaramente vile e inaccettabile. Ad un primo scontro preparato da una decina di persone – diretto contro i compagni (7 o 8) presenti al centro sociale - se ne sono aggiunte, in un secondo momento, almeno quaranta, armate di spranghe.
Dalle dirette radio apprendiamo inoltre che si è aggiunto un intervento della polizia in assetto antisommossa (oltre il danno…) che ha, al solito, eseguito l’ordine di caricare il gli antifascisti e solidali raccoltisi, proprio dopo che Emilio, uno storico militante del centro sociale, veniva picchiato selvaggiamente con calci e sprangate al corpo e alla testa che lo hanno gravemente danneggiato. Adesso si trova in ospedale quasi in fin di vita, seppure in condizioni stabili.
Attraversiamo una fase nazionale e internazionale tale per cui il nazionalismo, la reazione, i rigurgiti fascisti più variegati, anche alla luce di fatti di cronaca ben complessi, sembrano ricomporsi e tentare infami azioni per le strade contro immigrati, occupanti, giovani, giustificate peraltro da personaggi schifosi come Iannone (si vedano le sue dichiarazioni su la Stampa) e dal silenzio delle istituzioni.
Attacchi del genere sono solo un assaggio dell’orribile piaga (sociale e culturale) che rappresenta il fascismo e ogni sua sopravvivenza attiva, qui come altrove, da osteggiare con tutte le forze e in ogni modo.
Esprimiamo perciò massima solidarietà a Emilio, e alle e agli antifascist* e compagn* cremonesi, a cui auguriamo di resistere duramente alla difficoltà della situazione di Emilio e a rispondere con forza ad ogni attacco simile, sempre.
Invitiamo tutte le realtà e le palestre popolari a partecipare al corteo nazionale che si terrà sabato 24 gennaio a Cremona per rispondere in maniera determinata ai vile attacco e per ribadire ancora una volta che personaggi di questo calibro non sono tollerati nelle nostre città.
ANTIFASCISTI/E SEMPRE
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DA INFOAUT.ORG
SABATO 24 GENNAIO
MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIFASCISTA A CREMONA
Pubblichiamo l'appello per la manifestazione antifascista a carattere nazionale che si terrà a Cremona sabato 24 gennaio dopo i gravissimi fatti di ieri pomeriggio. Inoltre è stata convocata per la giornata di oggi una mobilitazione diffusa nei territori per esprimere vicinanza e solidarietà ad Emilio.
Emilio, un compagno di tante lotte e tante battaglie, è in ospedale in coma farmacologico con una emorragia cerebrale estesa a causa di un assalto squadrista al centro sociale Dordoni di Cremona.
Emilio, un compagno di tante lotte e tante battaglie, è in ospedale in coma farmacologico con una emorragia cerebrale estesa a causa di un assalto squadrista al centro sociale Dordoni di Cremona.
L'attacco premeditato e scientificamente organizzato dai fascisti di CasaPound cremonesi, in combutta con altri militanti di estrema destra provenienti da fuori città, ha trovato una risposta determinata da parte dei compagni presenti nel centro sociale, ma purtroppo Emilio è stato colpito alla testa da diverse sprangate.
I fascisti si sono accaniti sopra ad Emilio fino a quando è stato portato in sicurezza all'interno del centro sociale; è stata, tuttavia, immediatamente chiara la gravità del suo stato di salute.
Infame è stato il comportamento della polizia che ha semplicemente identificato gli assaltatori e successivamente, per permettere loro di andarsene indisturbati, ha violentemente caricato il presidio di antifascist* radunatesi sul posto.
Per esprime totale vicinanza e solidarietà con Emilio è stata indetta:
Lunedì 19 gennaio una giornata nazionale di mobilitazione diffusa nei territori
Contro squadristi, polizia e istituzioni conniventi:
Sabato 24 gennaio un corteo nazionale antifascista, determinato, autodifeso e militante con la parola d'ordine: chiudere subito tutte le sedi fasciste!
Pagherete caro! Pagherete tutto!
(Seguiranno informazioni dettagliate su orario e luogo del concentramento di sabato 24 gennaio)
Intanto in molte città italiane si stanno organizzando presidi in solidarietà con gli e le antifasciste cremonesi:
Bologna h 18.00 - Presidio in piazza Verdi
Brescia h 18.00 - Presidio in Piazza della Loggia
Bussoleno h 18.00 davanti sede Anpi
Cosenza - h 18.00 Piazza 11 Settembre
Livorno h 18.00 - Presidio in Piazza Cavour
Pisa h 17.30 - Presidio alle Logge dei Banchi
Torino h 17.00 - Presidio davanti a Palazzo Nuovo
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