Oggi vediamo ripetersi il solito affronto ai danni dell'antifascismo in città. Dall'alba sono state almeno sette le perquisizioni e le misure cautelari nei confronti di coloro che avevano partecipato al corteo antifascista il 22 febbraio scorso, nato dall'esigenza di rispondere con rabbia alla presenza di Di Stefano, leader di Casapound, a Torino.
Le persone coinvolte sono almeno sette, e le misure prevedono obblighi di firma, arresti domiciliari, mentre due persone sono state portate in carcere.
Tra queste ultime due c'è Jacopo, un compagno giovanissimo della palestra, di appena 18 anni, che si trova infatti al carcere dell Vallette (anziché a scuola, in mezzo alla gente, a vivere libero).
Troviamo indegno che i movimenti, così come i compagni più giovani e generosi, siano colpiti da questa repressione, che troviamo intimidatoria.
Ricordiamo con piacere che nonostante le pessime condizioni climatiche e le difficoltà quel giorno erano molti a partecipare alla contestazione, e molti quelli che con generosità hanno resistito agli idranti e alla violenza della polizia e fronteggiato l'orrido attacco delle istituzioni a difesa del neo-fascismo.
La resistenza popolare ai rigurgiti fascisti è una soluzione concreta alle provocazioni politiche quotidiane e al pericoloso razzismo dilagante, alla violenza dei discorsi televisivi e giornalistici che promuovono odio tra poveri e alla criminalizzazione dei movimenti sociali che nascono dal basso (molti coinvolti nelle misure sono anche impegnati nella lotta contro gli sfratti, nei quartieri popolari o nelle lotte universitarie).
La resistenza antifascista non si ferma con questi vili arresti.
Quel giorno c'eravamo tutt*
Con Jacopo ed a fianco delle e degli arrestati
JACOPO LIBERO! TUTTE E TUTTI LIBER*!
SEMPRE SU LO SGUARDO
PALESTRA POPOLARE ANTIFABOXE TORINO